CASA GREEN 2030

| Alessandra Contigiani |

“Non possiederai nulla e sarai felice”, cit. W.E.F.

L’Agenda 2030 avanza con il processo di promulgazione della direttiva europea sulle cosiddette “Case green”, che detta gli obiettivi energetici 2030 – 2050 degli edifici negli Stati membri.

Il testo ha già ricevuto il benestare dall’Europarlamento (14 marzo 2023) ed è stato discusso la settimana scorsa a Parigi durante l’8^ conferenza annuale dell’International Energy Agency dai rappresentanti di Parlamento, Consiglio e Commissione UE.

La direttiva entrerà in vigore il 20º giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Europea e gli Stati dovranno legiferare entro 24 mesi.

I punti più scottanti sono dati dagli articoli 9 e 16.

Il 9 riguarda la classe energetica minima degli edifici. Gli edifici pubblici dovranno conseguire entro il 2027 la classe energetica E, entro il 2030 la classe energetica D.

Per gli edifici residenziali l’obiettivo è di raggiungere la classe energetica “E” entro il 2030 e la classe energetica “D” entro il 2033.

Il 16 riguarda la revisione della disciplina che norma gli attestati di prestazione energetica. Ogni Paese membro ha il proprio sistema di classificazione e verrà definito un criterio unico valido per tutti.

L’articolo 16 fissa la classe “E” per il 15% degli edifici più energivori. Se il testo passasse così, ogni Stato dovrebbe modificare la classificazione energetica dei suoi edifici, partendo dalla classe peggiore (G) fino a quelli a zero emissioni (A4). L’Italia, per esempio, secondo questi parametri dovrebbe riqualificare energeticamente 1,8 milioni di edifici su un totale di 12 milioni.

Tante le criticità che verrà a portare la nuova normativa:

  • i tempi in cui realizzare la riqualificazione, che sono strettissimi;
  • il costo della riqualificazione, che cadrebbe interamente sugli Stati membri (ergo anche il problema degli eventuali incentivi statali);
  • l’aumento del debito privato, con contrazione del risparmio;
  • la svalutazione delle case che sarebbe conseguenza della normativa. I singoli proprietari infatti non saranno obbligati a fare gli interventi, ma questo comporterà un deprezzamento dell’immobile; 
  • chi non potrà effettuare i lavori di efficientamento energetico non potrà né vendere né affittare il proprio immobile, poiché non in possesso del certificato digitale della performance energetica (art.17). L’efficientamento, per chi potrà permetterselo, invece, aumenterebbe il valore dell’immobile anche del 30%.

La distribuzione della ricchezza sarà sempre più iniqua e concentrata nelle mani di pochi, rendendo la moltitudine degli “altri” ancor più poveri, privi di diritti e dunque facilmente ricattabili. 

Abbiamo bisogno di una concreta azione politica volta al benessere dei cittadini: quella che 3V sta contribuendo a costruire, perché questo falso “green” non ci proietti in un futuro sempre più grigio.

Fonti:

www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2023-0068_EN.html (testo della direttiva europea sulle case green)

www.danilotorresi.it/2023/03/24/direttiva-europea-case-green-2030-analisi-del-testo-approvato/

www.corriere.it/economia/casa/cards/case-green-stretta-finale-nuove-regole-cosa-puo-cambiare-quando/case-green-battaglia-bruxelles_last.shtml

www.iea.org/events/8th-annual-global-conference-on-energy-efficiency

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