Riportiamo Discorso tenuto dal Consigliere Nazionale M3V Noemi Zucchi il 19 luglio 2020 a Rimini, in occasione della manifestazione “Per una scuola di abbracci”.
CHI MI CONOSCE BENE, sa che non amo particolarmente parlare da un palco, preferisco partecipare alle manifestazioni come pubblico o molto semplicemente lavorare da casa studiando e scrivendo. Capita ogni tanto che non possa però rifiutare un invito, quando mi arriva da amici come quelli di E pur si muove… quindi, eccomi qui.
COME HA DETTO GIAN MARCO NEL PRESENTARMI, sono presidente di Libero x tutti di Forlì, faccio parte del coordinamento Libera Scelta Emilia Romagna, sono membro del Consiglio nazionale di Movimento 3V che si è presentato alle elezioni regionali dell’Emilia Romagna a gennaio e che in autunno si presenterà in Veneto, Marche e Toscana, ma probabilmente qualcuno di voi mi conosce anche solo come consulente alla pari in allattamento dell’organizzazione di volontariato Via Lattea o come rappresentante di classe attiva nel comitato di genitori della scuola dei miei figli.
Declinando il mio curriculum da volontaria penso che si possa intravedere il filo rosso che tiene legate queste mie attività e che è lo stesso filo rosso che immagino abbia portato qui tutti voi: la volontà di mettere al centro dell’attenzione, politica e sociale, il benessere dei nostri bambini.
MOLTI DI NOI LO DENUNCIANO DA ANNI: il nostro non è un paese per bambini. Da molto tempo la politica ha relegato all’ultimo posto della sua scala di interessi, e quindi di valori, il sostegno alle famiglie, alle donne che vogliono lavorare, alla scuola.
IN QUESTO PERIODO DI EMERGENZA SANITARIA è stato evidente come i bambini siano stati considerati l’ultima ruota del carro: i primi a essere chiusi in casa – il 24 febbraio qui in Emilia Romagna – gli ultimi a poter tornare ad un minimo di normalità. Da un giorno all’altro i nostri figli si sono trovati ad essere privati della scuola, dello sport, di tutte le attività che stavano seguendo, della loro intera socialità. I più grandi sono stati piazzati a seguire lezioni davanti a PC e cellulari che fino a qualche settimana prima medici e psicologi descrivevano come i peggiori passatempi possibili per loro.
Si poteva andare a fare la spesa, ma con un bambino no; si poteva portare a passeggio il cane, ma un bambino no; si poteva fare attività fisica sotto casa, ma un bambino non poteva muoversi dalle mura domestiche.
QUANDO ALL’INIZIO DI MAGGIO si è cercato di riaprire un paese ormai in profonda crisi come il nostro, nessuno ancora si era preoccupato di pensare a cosa fare coi bambini. Non venivano nemmeno nominati.
Si sono aperte le toelettature per gli animali di compagnia, ma guai a pensare di poter aprire un parchetto per i bambini.
Tutte le attività sono pian piano state fatte ripartire, solo la scuola è rimasta indietro.
NON CHE I NOSTRI POLITICI abbiano saputo dimostrarsi all’altezza della situazione, visto che più che fornirci soluzioni e ragionamenti ci hanno dato ordini perentori, divieti e obblighi che in altri momenti avremmo considerato inaccettabili (come quello dell’onnipresente bavaglio), ma ai danni dei bambini è stato detto e fatto il peggio – o non fatto, vedete voi.
SPERO CHE I NOSTRI FIGLI POTRANNO SCORDARE l’immagine dei giochi transennati nei parchi.
Penso che noi non potremo dimenticarcelo, anzi vorrei proprio che non lo facessimo.
ABBIAMO DIMOSTRATO LORO QUANTO GLI ADULTI POSSANO ESSERE IPOCRITI. Mentre la narrazione della pandemia prevedeva che nonni e bambini non potessero vedersi e – sia mai! – abbracciarsi, qualcuno non ha mai smesso di essere consegnato a quegli stessi nonni perché i genitori lavoravano; mentre il campionato di calcio riprendeva loro non potevano giocare fra di loro; mentre ora, per fortuna, giocano in spiaggia con chiunque senza sapere chi sia e da dove venga, ancora ci sono dubbi sulla ripartenza della scuola.
UN PAIO DI GIORNI FA I SINDACATI, all’unanimità, ci hanno fatto sapere che non esistono le condizioni per il rientro a scuola. Posso essere d’accordo sul fatto che dovrebbe essere la politica a dare delle risposte e trovare delle modalità per consentire ai bambini di tornare in classe, ma ormai è evidente a tutti che questo non può accadere, non con questo Governo, non con questa Ministra, quindi quello che stiamo mostrando ai nostri figli sono ancora una volta le contraddizioni di una società che evidentemente relega la scuola all’ultimo posto delle priorità.
PER TUTTO CIO’ CHE MUOVE SOLDI una soluzione è stata trovata (più o meno, perché l’assenza di una politica di spessore si è sentita anche in tutti gli altri settori), per la scuola no.
POTEVA ESSERE L’OCCASIONE per provare a cambiare davvero un sistema che mostra le sue pecche da anni, per provare a rivedere le classi troppo numerose, per pensare seriamente ad introdurre sistematicamente l’outdoor nella didattica come accade nei paesi del Nord Europa, per sistemare tante strutture rimaste inutilizzate, per riaprire scuole chiuse… e invece ancora una volta invece di ragionamenti e soluzioni vengono solo prospettati obblighi e divieti.
OBBLIGO DI INSOSSARE UNA MASCHERINA, divieto di avvicinarsi agli altri, come se imbavagliati e distanti i nostri figli potessero davvero imparare qualcosa o semplicemente essere felici.
A questo noi non stiamo: non vogliamo che i nostri bambini imparino a coprirsi la faccia, a nascondersi, ad indossare una museruola simile a quella che anticamente veniva messa agli schiavi, ma soprattutto non vogliamo che imparino a diffidare degli altri, a temere gli altri, a pensare che dal contatto interpersonale possa venire un danno per loro.
I nostri bambini devono crescere avendo fiducia negli altri, sapendo che gli altri sono una risorsa, non un pericolo, sapendo che possono contare sugli altri; devono crescere sapendo di potersi esprimere liberamente, di potersi guardare in faccia, baciarsi e abbracciarsi. Devono essere consapevoli che la presenza di virus e batteri intorno a loro non compromette la loro vita sociale, così come non ha fatto negli ultimi millennio.
IMBAVAGLIATI, DISTANTI E IMPAURITI, se non letteralmente terrorizzati: è così che i politici di tutti gli schieramenti ci vorrebbero, Fontana in Lombardia come Bonaccini in Emilia Romagna, Zaia in Veneto come De Luca in Campania.
Ed è per contrastare tutto questo che noi siamo qui oggi, per ribadire alle istituzioni, ma anche a noi stessi – forse soprattutto a noi stessi – che non abbiamo intenzione di rimanere imbavagliati e distanti, e sicuramente non è quello che vogliamo per i nostri figli.
LA SCUOLA DEVE RECUPERARE LA SUA FUNZIONE primaria, che è quella di formare le donne e gli uomini di domani, deve essere un luogo di apprendimento – certo – ma soprattutto di apprendimento condiviso, di interazione, di socialità, di crescita umana, deve essere un luogo di libertà.
Consigliere Nazionale M3V
Noemi Zucchi
Mi chiamo Noemi, vivo in Romagna, sono laureata in Scienze della Comunicazione. Da anni sono attivista per la libera scelta vaccinale: sono presidente dal 2017 di “Libero x tutti”, un comitato di cittadini di Forlì, e referente del coordinamento regionale Libera Scelta Emilia Romagna.
Sono nel Consiglio Nazionale di M3V, per il quale mi occupo dei rapporti con la stampa, perché ritengo che serva una politica diversa, incentrata sul benessere delle persone, per cambiare le sorti del nostro Paese.
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Un laboratorio, una scuola, una fucina di idee dove forgiare concretamente e insieme la nuova politica, perché vogliamo essere la nuova politica e costruire con le nostre mani la comunità in cui crediamo.
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