L’urgenza del falso

| 3V |

“L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi. Lui, lei muore. Questo è.” Sono parole pronunciate dal presidente del Consiglio Mario Draghi nella già famosa conferenza stampa relativa al “green pass”, giovedì 22 luglio 2021, e non generano ambiguità: i verbi sono coniugati all’indicativo presente senza un congiuntivo o un condizionale, non c’è un “se” e non c’è un “ma”. La catena delle cause e degli effetti prospettata dal presidente non lascia spazio neanche a un “e”. Si coglie qui un tipo di enunciazione stringente, come nelle antiche forme del sillogismo filosofico (“Tutti gli uomini sono mortali; Socrate è un uomo; Socrate è mortale”) o dell’asindeto retorico (“Detto fatto” o anche Veni vidi vici). Il “sostanzialmente” e il “questo è” si rispondono per generare una percezione di ineluttabilità.

Non indaghiamo i modelli stilistici di Draghi. Riconosciamogli di non parlare in “politichese”, tanto più che politico egli non è; e si vede, perché una figura con qualche formazione politica, in un ruolo di così elevato profilo istituzionale, avrebbe meglio soppesato le parole. In effetti le frasi del presidente sono incisive e urgenti, sì, ma non rispondono al vero. Non esiste alcuna logica o prova per cui il non vaccinato, in quanto non vaccinato, si ammali e muoia: al contrario i fatti mostrano che migliaia di persone non vaccinate che hanno contratto la Covid-19 sono state curate e guarite, anche a casa loro, grazie a medici che operando “in scienza e coscienza” (per esempio quelli del Comitato Cura Domiciliare Covid e del movimento IppocrateOrg) hanno usato con efficacia farmaci già esistenti, non seguendo il protocollo ministeriale la cui “vigile attesa” si è rivelata gravemente inadeguata. Grazie alle cure dunque, non al vaccino.

Non corrisponde alla realtà dei fatti neanche l’alternativa offerta dall’“oppure”. I dati delle nazioni dove più intensa è stata la campagna vaccinale (Israele e Gran Bretagna al momento) parlano chiaro: la maggioranza degli attuali ricoverati per la variante Delta sono vaccinati. Non crederemo che un uomo della esperienza e dei contatti internazionali di Draghi non abbia informazioni in merito, o che ignori i dati ufficiali dell’EUDRA (European Union Drug Regulating Authorities Pharmacovigilance) in merito alle conseguenze, queste sì mortali, del vaccino: ai primi di luglio 2021 sono riportati ca. 17.000 morti da vaccino nei 27 paesi dell’Unione (quindi esclusa la Gran Bretagna) e ca. 1.700.000 danneggiati da vaccino, con lesioni gravi nel 50% dei casi.  Qui è di vaccino che si muore. Veda il lettore che conseguenze trarre.

Non vogliamo intervenire ora sulle implicazioni costituzionali e civili della tessera verde. Sottolineiamo solo che dalla più alta carica dell’esecutivo è stata comunicata in conferenza stampa una rilevante fake news, e che la sua natura di fake news ci risulta taciuta sia da quello che dovrebbe essere il “servizio pubblico” radiotelevisivo, sia dalla stampa mainstream. Unanime semmai il consenso in merito alle parole del presidente, lodate in quanto incisive, non discusse (e tanto meno contestate) in quanto false. Tace la commissione d’inchiesta parlamentare sulle fake news, restano immobili i siti debunker e non esercitano alcuna censura i potenti social media sempre pronti a oscurare le testate radiotelevisive indipendenti che discutono dialetticamente la questione vaccinale.

Tutto questo indica, una volta di più, quale è l’impianto concettuale del discorso relativo alle fake news: si etichetta come fake, anche quando produce dati veritieri, non è ciò che in sé è falso, ma ciò che mette in discussione la narrazione ufficiale (nel nostro caso il dogma vaccinale); si fa passare come vero, invece, ciò che avalla il vaccino (che comunque “vaccino” non è, ma terapia sperimentale), anche quando non trasmette informazioni veritiere, come nel caso della affermazione del presidente (peraltro non eletto). Se poi essa ha condotto molti cittadini – disinformati e spaventati ma anche non abbastanza attenti a collegare cause ed effetti: chiamiamoli “asindetici” – a prenotarsi per la vaccinazione, altri invece hanno subito protestato e occupano le piazze di ottanta città mentre scrivo. Davvero le fake news producono conseguenze. 

A parte le gravi implicazioni costituzionali, l’enunciazione di Draghi ha già attirato l’attenzione di alcuni in merito al “falso ideologico” e al “procurato allarme”; ci si domanda se una magistratura libera non dovrebbe prendere in esame questi aspetti e anche tutta la catena di fatti che va dal marzo 2020 a oggi. Inoltre, in riferimento alle misure coercitive adottate per “contrasto e contenimento” della Covid-19”, ci si domanda che cosa sarebbe accaduto se fossero state anche solo ventilate da governi di differente matrice politica: non avrebbero generato ben altre risposte, nei media, nei tribunali, nelle piazze?

La lapidaria enunciazione di Draghi rispecchia quel “pensiero unico” che si è mostrato sordo alle voci di tutti coloro che chiedevano un confronto aperto: medici, legali, scienziati, intellettuali, giornalisti e anche movimenti politici. Si attendono ancora gli spazi per dibattiti leali (finora negati) su una realtà complessa e concatenata, che richiede non l’urgenza dell’asindeto, ma la strada maestra del dubbio scientifico e la forza del dialogo costruttivo. 

24-25 luglio 2021

Prof. Paolo Cesaretti

Paolo Cesaretti ha ideato e curato il volume “Lo spirito della Costituzione”, che documenta la manifestazione del 20 giugno 2020 a Firenze promossa dal Movimento 3V. È docente universitario, scrittore e saggista.

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