Il 1° di maggio è entrata in vigore l’Ordinanza del Ministero della Salute del 28 aprile (Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’epidemia da COVID-19 concernenti l’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie) riguardante l’utilizzo delle mascherine per accedere alle strutture sanitarie.
Ai sensi del comma n.1, l’obbligo è indirizzato ai “lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture sanitarie all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura, identificati dalle Direzioni Sanitarie delle strutture sanitarie stesse” come a quelli delle “strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti”.
Per quanto concerne i reparti diversi da quelli sopra indicati e le sale di attesa è data discrezionalità ai Dirigenti Sanitari. Negli ambulatori medici, la decisione viene lasciata ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta.
La decisione sull’esecuzione di tampone diagnostico per infezione da SARS-CoV-2 per l’accesso ai Pronto soccorso è rimessa alla discrezione delle Direzioni Sanitarie e delle Autorità Regionali in quanto “non sussiste obbligo a livello normativo”.
Mettendo per un attimo da parte gli aspetti squisitamente legali, in questa sede vorrei concentrarmi sulla logica alla base di questa ordinanza, che a mio avviso in quanto a coerenza fa acqua da tutte le parti.
Partendo dalle mascherine, il cui utilizzo ha un senso in ambito chirurgico (evitare la contaminazione del campo operatorio con le secrezioni dell’operatore proteggendo il paziente) ma non in campo della prevenzione, anzi, studi dimostrano che possano anche nuocere gravemente alla salute.
Invitiamo alla visione del video della dottoressa Anna Rita Iannetti in merito, che già il 24 aprile 2022 ne diede una spiegazione breve ed esaustiva:
Video: “Dott ssa Anna Rita Iannetti Mascherine Sì Mascherine NO”
Oltre a ribadire concetti lungamente espressi in questi tre anni e non ultima la recente revisione della Cochrane: “I risultati aggregati degli RCT non hanno mostrato una chiara riduzione dell’infezione virale respiratoria con l’uso di mascherine medico/chirurgiche.”
Fonte: Physical interventions to interrupt or reduce the spread of respiratory viruses
Attraverso l’ordinanza viene scaricata la responsabilità sui Dirigenti Sanitari, che hanno l’obbligo di identificare i reparti ove applicare l’obbligo di mascherine previsto dal comma n.1 dell’ordinanza, nei reparti esclusi dallo stesso come anche nelle sale di attesa; identica responsabilità viene attribuita a medici generici e pediatri negli ambulatori.
Ma sulla base di quali criteri un Dirigente Sanitario piuttosto che un medico o un pediatra dovrebbero poter imporre l’uso della mascherina a pazienti, visitatori e lavoratori? Dov’è la tanto decantata scientificità dell’uso dei dispositivi medici, se si lascia così tanta discrezionalità (di fatto, normativa) ai singoli?
Stessa procedura e identiche considerazioni per quanto concerne i tamponi per l’accesso al Pronto Soccorso: la discrezionalità nella metodologia d’applicazione indicherebbe essa stessa l’inadeguatezza scientifica dello strumento. Come era facilmente intuibile, le disposizioni dell’ordinanza vengono interpretate nel modo più arbitrario e restrittivo possibile. I Dirigenti possono agire liberamente, forti delle varie recenti pregresse misure a tutela del corpo medico, tra scudi penali e aumento delle pene per chi aggredisce gli operatori sanitari (sia ben chiaro che le aggressioni sono da biasimare). E così sta avvenendo, come leggiamo dalle varie comunicazioni effettuate dalle Direzioni Sanitarie lungo lo stivale.
Mascherine e tamponi non possono essere strumenti atti alla tutela della salute della popolazione. Ma strumenti di controllo della stessa. Nuove norme con cui se ne prolunga (31 dicembre 2023) e definisce l’utilizzo che servono per farci capire che non è ancora finita? È in arrivo una nuova “pandemia”? Torneranno all’attacco con lockdown, vaccini obbligatori, pass, sospensioni e radiazioni ai lavoratori renitenti? Abbiamo vissuto finora solo il primo atto del tentativo di imporre una tecnocrazia sanitaria funzionale alle élite che governano il mondo?
Noi di 3V non ci stiamo!
Condanniamo fortemente l’Ordinanza come anche tutte le falsità nascoste dietro la retorica dei vaccini, delle mascherine, dei tamponi, delle misure di contenimento e di distanziamento.
A maggio nelle varie manifestazioni di piazza riguardanti soprattutto i danni da vaccino (13 maggio, evento internazionale, in particolare la manifestazione di Rimini promossa da 3V) e il PNPV continueremo a far luce e porre all’attenzione di cittadini e istituzioni la nostra ferma opposizione a ogni disposizione che danneggi la salute e la libertà delle persone.
La vecchia politica non cambia, a destra, sinistra o al centro: produce sempre le stesse ingiustizie con sfumature diverse. È necessario un rinnovamento della politica ispirato ad altri alti principi.
3V è qui per questo: lavoriamo insieme per costruire un futuro migliore!
Diplomata al liceo classico Leopardi di Macerata col massimo dei voti e laureata con lode in Economia a La Sapienza di Roma. Ho lavorato in una Onlus internazionale e per una nota azienda locale. Mamma. Tagesmutter, ho insegnato il mio mestiere a Parma e Roma nell’ambito di Corsi formazione professionale. Candidata nel 2020 alla Presidenza della Regione Marche, nel 2021 alle amministrative di Civitanova Marche. Continuo l’azione sul territorio per divulgare consapevolezza. Da aprile 2023 Segretario 3V
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