Più che una campagna di vaccinazione, quella portata avanti dal governo italiano assomiglia a una guerra lampo o Blitzkrieg, come la chiamavano i tedeschi ai tempi della seconda guerra mondiale. A crollare, questa volta, non sono gli eserciti delle nazioni vittime dal Terzo Reich, ma quei diritti fondamentali dell’uomo che hanno trovato nella Costituzione italiana la loro consacrazione dopo i tempi bui della dittatura.
Come sempre, si procede per gradi per poi sferrare l’assalto finale: un’operazione Barbarossa dei tempi moderni che vuole fare tabula rasa di ogni residua resistenza, soffocando alla radice ogni dubbio o possibilità di pubblico dibattito. L’obiettivo del furor vaccinandi governativo sono ora i bambini. Quelli che più hanno da temere da una sperimentazione di massa di farmaci delle cui conseguenze a lungo termine non si sa nulla (per ammissione degli stessi produttori) e che non sono praticamente sfiorati dal virus. In questo scenario fosco, l’unica certezza è per le case farmaceutiche che stanno testando i farmaci sulla popolazione e per i medici che li somministrano: uno scudo penale li mette infatti al riparo da ogni responsabilità.
Mentre la stampa di regime sta facendo di tutto per far passare i più piccoli come i nuovi untori, i medici filogovernativi hanno già cominciato a mettere nel mirino i bambini. Il dott. Ciciliano, membro del famigerato Comitato Tecnico Scientifico – entità quasi astratta di cui pochi conoscono i componenti – ha calato l’asso: “Necessario vaccinare i bambini sotto i 12 anni”, ha affermato qualche giorno fa a SkyTg24. Un altro confine che si credeva a suo modo inviolabile è stato così superato, senza alcun dato scientifico solido a supporto. Gli studi di Pfizer e Moderna sui bambini sono infatti ancora in corso e nemmeno i produttori, per quanto di parte, sono in grado di fornire dati in proposito.
Poco importa che gli effetti cancerogeni a lungo termine dei cosiddetti vaccini anti-Covid non siano stati studiati e che quelli sulla fertilità siano stati esaminati poco e male soltanto sui topi. Per i membri del Cts, nonché per la Società italiana di pediatria, anche i bambini sono chiamati a partecipare a una sperimentazione di massa sul cui esito – come ha ammesso lo stesso generale Figliuolo – non si sa nulla.
I seri pericoli di una tale operazione sono evidenziati con chiarezza in un Atto di Sindacato Ispettivo del Senato della Repubblica (n° 1-00388, pubblicato il 16 giugno 2021 nella seduta n. 337). Nel documento si citano una serie di studi che sollevano gravi preoccupazioni sui rischi di sottoporre i minorenni a questi farmaci sperimentali: tra questi malattie autoimmuni, possibili effetti sulla placenta e sulla fertilità e il pericolo di innescare malattie neurodegenerative basate su prioni.
Alla luce di queste considerazioni, il Senato chiede al Governo di attivare urgentemente il Comitato etico dell’Istituto superiore di sanità per la valutazione dei benefici e dei rischi della somministrazione dei “vaccini” anti-Covid agli under 18 e di sospendere la vaccinazione per questa fascia di età se non in presenza di indicazioni specifiche per singoli casi. Il tutto in attesa che la comunità scientifica disponga di dati sufficienti a sciogliere i dubbi legati agli eventi avversi.
Le osservazioni contenute nell’Atto del Senato sono semplici indicazioni di buon senso, ma vengono completamente ignorate da politici e medici conniventi che non vogliono altro che portare avanti la loro guerra lampo, tanto da dichiarare apertamente che il loro obiettivo è vaccinare il più possibile. Tradiscono, in questo modo, le loro vere intenzioni e dimenticano al tempo stesso che il loro scopo dovrebbe essere semplicemente la tutela della salute utilizzando tutti gli strumenti a disposizione.
Si decide invece di andare avanti a colpi di farmaci sperimentali, con gli enormi rischi che comporta, ignorando gli appelli e le segnalazioni di tanti medici in prima linea che hanno messo a punto terapie domiciliari precoci dal basso costo e dagli ottimi risultati. E reclutando in questa guerra immaginaria anche i bambini.
Non è dato sapere quale sarà la Stalingrado degli eserciti governativi, ma un’altra analogia con l’epoca nazista non può non saltare agli occhi. Negli ultimi giorni del Terzo Reich, il regime – disperato e ormai prossimo alla sconfitta – decise di reclutare anche i sedicenni nelle cosiddette “Truppe d’assalto popolari” per l’ultima strenua difesa della patria. Giovani adolescenti che non sapevano come maneggiare un’arma furono schierati come carne da cannone per salvare l’insalvabile. L’augurio è che, questa volta, l’assalto dell’attuale regime possa venire fermato prima di riuscire a coinvolgere i più giovani nel suo folle progetto.
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